La pandemia di covid 19, che sembrerebbe essere giunta alle fasi finali ma è ancora in atto in questi mesi, ha sconvolto un grande numero di settori dell’economia italiana e mondiale, portandoli a crisi senza precedenti nella storia recente del nostro paese. Tra le categorie colpite dalla pandemia e dalle disposizioni messe in atto per contenerla c’è, a pieno titolo, quella degli audiovisivi. Professionisti, fotografi e videomaker soprattutto, che hanno dovuto rinunciare a numerose opportunità lavorative rimanendo spesso ai margini dell’attenzione sociale. Si pensi per esempio ai professionisti che si dedicano a matrimoni e cerimonie, la cui attività è rimasta del tutto cancellata per l’intera durata della pandemia. O a chi si occupa invece di eventi sportivi, non quelli maggiori, ma di quelli periferici spesso non più svolgibili. Lo stesso vale, naturalmente, per tutti i professionisti dell’audiovisivo che si occupano di concerti, fiere e altri eventi dedicati all’ intrattenimento, alla moda e al turismo. Il crollo delle commesse, secondo Confartigianato, è stato pressoché totale. Questo blackout, inoltre, rischia di non risolversi immediatamente dopo la fine della pandemia, dato che un grande numero di eventi e cerimonie rimarrà rinviato ai mesi e agli anni successivi.
Quali nuove opportunità
Nonostante la drammaticità della crisi, alcuni spiragli per una parte di questi professionisti si sono visti anche durante la pandemia e le chiusure da questa causate. Si tratta di quei lavoratori che, intercettando un particolare trend di mercato, si sono specializzati nell’utilizzo di droni per svolgere il proprio lavoro. Da anni infatti, questi velivoli leggeri e versatili si stanno facendo strada nel settore al fianco dei lavoratori che ne fanno uso. Diversi tra i professionisti competenti nell’uso di questo strumento hanno potuto usufruire di nuove opportunità lavorative generatesi proprio durante la pandemia. Un esempio è stato l’uso dei droni come metodo di sorveglianza di strade e città durante il lockdown per il conto dell’amministrazione pubblica. Altro settore che, pur tra limitazioni stringenti e protocolli severi, ha potuto riprendere a lavorare, è stato quello della cinematografia. Sempre più spesso infatti, per le riprese aeree, si usano droni al posto degli elicotteri usati in precedenza. Molti fotografi e videomaker piloti di droni hanno potuto offrire le proprie competenze anche in questo ambito.
Il modello cooperativo può aiutare
Naturalmente, non è pensabile che un intero settore possa riqualificarsi in questo ambito. Si rende necessario, dunque, trovare soluzioni che permettano ai professionisti di tornare a vivere delle proprie competenze, anche grazie al sostegno dello stato. Un modello cooperativo come quello proposto dalla Rete Doc può inoltre essere di forte aiuto, garantendo a chi lavora in questo settore diritti, tutele, e la possibilità di collaborare generando sinergie nuove opportunità lavorative