Paolo Mazzo, socio Doc Creativity, è un fotografo che dal 1993 racconta storie attraverso l’obiettivo, esplorando l’architettura, l’industria e il paesaggio urbano. La sua passione per la fotografia l’ha portato a realizzare progetti profondamente legati a tematiche sociali, come quelli sulla rigenerazione di una città mineraria in Croazia, sul popolo Sahrawi in Algeria e sulle vittime dell’amianto a Monfalcone. Ogni sua immagine è un viaggio che va oltre la semplice estetica, mirando a restituire la memoria e l’essenza dei luoghi e delle persone che li abitano.
Autore di numerosi libri e pubblicazioni, ha esplorato l’architettura contemporanea e il restauro con opere dedicate alla città di Milano, alle case Olivetti a Ivrea e alla Fornace Morandi a Padova. Il suo progetto “Company Town”, che indaga lo sviluppo delle città industriali, ha ottenuto riconoscimenti internazionali, come il premio alla Biennale di Architettura di Bucarest nel 2018. Le sue fotografie sono state esposte a Londra e in altre importanti mostre, catturando l’evoluzione dei luoghi e delle persone.
La sua carriera è costellata di successi, tra cui il premio “Marco Bastianelli-Opera Prima” per il progetto “Radici di ferro” sulle acciaierie Falck di Dongo. Nel 2021, ha dato vita a una riflessione unica con un libro sul rapporto tra il corpo umano e il design delle sedie, in collaborazione con il celebre architetto Riccardo Blumer. Ogni suo progetto, che sia una pubblicazione, una mostra o un incontro, è una finestra aperta su un mondo di storie da scoprire, con un approccio sempre attento e originale. Mazzo non si limita a fotografare, ma cerca di entrare in sintonia con ciò che cattura, restituendo al pubblico non solo immagini, ma vere e proprie emozioni legate ai luoghi e alle persone che li popolano.
Dallo Still Life all’Architettura
“La mia professione si è evoluta nel tempo, attraversando diverse fasi e trasformazioni. Ho iniziato nel 1985, a 24 anni, iscrivendomi all’Istituto Europeo di Design a Milano. Era un corso triennale, e mentre di sera frequentavo le lezioni, di giorno lavoravo in uno studio. Prima di intraprendere questo percorso, avevo iniziato a studiare giurisprudenza, ma ben presto mi sono reso conto che non faceva per me. Sentivo che quella strada mi avrebbe soffocato, così ho deciso di cambiare rotta e trasferirmi a Milano per seguire la mia passione.
Durante gli anni di formazione, insieme ad alcuni compagni di corso, abbiamo deciso di andare a vivere insieme. Da questa esperienza è nata una società, inizialmente composta da tre di noi. L’attività è andata avanti fino al 2018, attraversando vari cambiamenti e spostamenti. Siamo partiti come fotografi di still life, per poi specializzarci nella fotografia di interni. Questo ci ha portato a viaggiare in tutta Italia, collaborando con le redazioni di diverse riviste che commissionavano servizi fotografici su case da pubblicare.
Con il tempo, però, la crisi economica ha colpito duramente il settore editoriale: le riviste hanno smesso di acquistare nuovi servizi, preferendo riutilizzare materiale d’archivio. Questo cambiamento ci ha costretti a rivedere la nostra attività. Così siamo tornati allo still life, lavorando in studio, mentre io ho iniziato a interessarmi alla fotografia di architettura. Un caro amico architetto, che da sempre sperava che intraprendessi studi di architettura, mi ha incoraggiato a esplorare questo ambito, introducendomi al settore e procurandomi le prime piccole commissioni.
In quel periodo ho affinato questa specializzazione e, all’interno della società, ognuno di noi ha preso una strada più definita: io mi sono focalizzato sulla fotografia di architettura, industriale e di paesaggio; un altro socio ha continuato con lo still life, mentre il terzo si è dedicato alla produzione video e documentari”.
Ricostruire una carriera in un mondo in evoluzione
“Nel 2018, abbiamo deciso di chiudere la società e io sono tornato a Padova, mantenendo comunque una rete di contatti professionali esterni alla città. Qui ho cercato di ricostruire dei legami lavorativi, ma il processo si è rivelato più complesso del previsto, anche perché poco dopo, nel 2019, è arrivata la pandemia, che ha dato un ulteriore scossone al settore.
Nonostante le difficoltà, ho sempre cercato di guardare avanti, convinto che il futuro porti sempre nuove opportunità. Per me, la formazione non si ferma mai: continuo a studiare, a mettermi in discussione e a evolvermi. Credo che la chiave del successo stia nella capacità di durare nel tempo, sviluppando una propria unicità e professionalità. In un’epoca dominata dall’effimero e dall’omologazione, è fondamentale costruire un’identità solida e distintiva. Essere unici, irripetibili”.
La Fotografia: un linguaggio per raccontare e comprendere il mondo
“Per me, la fotografia è uno strumento potente di espressione e comunicazione, che mi dà una grande soddisfazione. Mi permette di raccontare storie, osservare e comprendere meglio il mondo intorno a me, offrendomi gli strumenti per interpretare la realtà e dare un significato allo spazio in cui vivo. Mi aiuta a cogliere l’essenza del luogo in cui mi trovo e delle azioni che compio, che si tratti di camminare, esplorare una città o osservare un edificio.
Ricordo ancora il primo scatto che considero quasi come una premonizione: durante il mio primo corso di fotografia a Padova, ho scattato una foto di un capannone industriale nella zona industriale. Quell’immagine mi ha fatto vincere un premio e la considero la mia prima vera fotografia. Nel mio percorso teorico e concettuale, ho avuto diversi maestri che mi hanno guidato.
Per quanto riguarda la fotografia di architettura, riconosco l’impatto che ha avuto sulla mia formazione, ma credo che oggi i confini tra i generi siano molto più fluidi e contaminati. È possibile trarre ispirazione da mondi diversi, che arricchiscono il nostro approccio alla composizione e alla relazione con l’oggetto fotografato.
Quello che distingue veramente un fotografo è la consapevolezza di ciò che sta osservando. Per questo motivo, è fondamentale comprendere le origini di un edificio, di una città o di un paesaggio. Lo studio del linguaggio architettonico e delle sue tracce ci permette di cogliere le ispirazioni necessarie per creare fotografie che abbiano un vero significato. È essenziale lasciarsi guidare dai materiali, dalle linee e dalle forme pensate dall’architetto, per realizzare immagini che non siano solo semplici rappresentazioni, ma interpretazioni visive che trasmettono qualcosa di più profondo”.
Come Doc Creativity ha semplificato la carriera: dalla burocrazia al supporto concreto
“Entrare a far parte di Doc Creativity è stato un passo decisivo nel mio percorso professionale. Uno dei principali vantaggi dell’essere socio è la semplificazione della gestione amministrativa e burocratica. Ho conosciuto Doc mentre collaboravo con un’associazione fotografica e sono rimasto subito colpito dalla loro capacità di rendere il lavoro molto più agile. Provenivo da una situazione societaria complessa, in cui ogni pratica era una battaglia continua con commercialisti e burocrazia. Scoprire la cooperativa è stato come trovare una soluzione rivoluzionaria: più semplice, più snella e ricca di opportunità. All’inizio ero titubante: un cambiamento così radicale mi sembrava rischioso. Tuttavia, dopo alcuni incontri con Stefano Bertolucci e il team della filiale di Venezia, ho potuto apprezzare la loro efficienza e disponibilità. Sono diventati un punto di riferimento prezioso, sempre pronti a rispondere con rapidità alle mie domande e a indirizzarmi verso le persone giuste per qualsiasi necessità. Non solo hanno semplificato la mia gestione amministrativa, ma mi hanno anche offerto un supporto concreto, aiutandomi a gestire la parte legale e burocratica senza stress. Un altro aspetto che ho apprezzato enormemente è la facilità di comunicazione: ho sempre avuto un referente diretto a cui rivolgermi e ogni dubbio ha trovato risposta in tempi brevi. Inoltre, ho percepito una tutela costante che mi ha dato grande sicurezza, soprattutto nei momenti più difficili. Durante la crisi del Covid, ad esempio, quando un cliente ha improvvisamente interrotto una consulenza lasciandomi con fatture non saldate, Doc mi ha supportato attivamente. Grazie alla loro assistenza legale e alle informazioni ricevute, sono riuscito a recuperare quanto mi spettava senza dover affrontare il peso burocratico da solo.
In definitiva, Doc Creativity ha davvero trasformato la mia vita professionale, permettendomi di concentrarmi sul mio lavoro senza preoccupazioni amministrative o legali. Il loro supporto è stato fondamentale e il sistema che offrono mi ha consentito di lavorare in modo più sereno e produttivo”.