Mauro De Meis è un socio Doc Creativity con 28 anni di esperienza nel settore dell’editoria. È grafico editoriale, impaginatore, content manager, copywriter e redattore, principalmente per l’ABI (Associazione bancaria italiana). Si occupa della creazione grafica di libri, riviste, e-book e prodotti editoriali, tradizionali ed elettronici.
Com’è nata questa professione?
Dopo gli studi di Sociologia e la passione per la Storia che mi ha sempre accompagnato, ho sviluppato un forte interesse per il mondo delle pubblicazioni che mi ha portato a specializzarmi continuamente. Ho iniziato questo lavoro come correttore di bozze, redattore, content manager, project manager e sono passato all’editoria multimediale. Ho avuto esperienze professionali anche in Danimarca.
Come hai incontrato Doc Creativity?
Da circa 20 anni collaboro con Filippo, un socio e collaboratore che ha condiviso con me questo percorso. Nella mia carriera ho lavorato in tutti gli ambiti dell’editoria – cartaceo, multimediale e web – ricoprendo vari ruoli e con diverse tipologie di contratto: dipendente, libero professionista e imprenditore. Dopo varie esperienze, ho conosciuto la cooperativa nel 2014 diventando prima socio Doc Servizi e successivamente socio Doc Creativity. L’editoria è un mondo complesso e la cooperativa ha saputo offrirmi le tutele del dipendente e la libertà del libero professionista. Nel nostro gruppo (3-4 professionisti a seconda del periodo), tutti i collaboratori sono soci. È una scelta necessaria per capire appieno il meccanismo e lo spirito della cooperativa.
Quali sono i vantaggi di essere in cooperativa?
L’editoria è un Far West, soprattutto perché non è così scontato che i clienti ti paghino. Doc Creativity si occupa dell’aspetto gestionale e burocratico del lavoro: emette la fattura ai clienti e, nel momento in cui riceve il pagamento, lo gira al socio. Ti evita, inoltre, di dover pagare l’IVA trimestrale e di affrontare una serie di impegni economici e finanziari – che quando hai una società devi adempiere – permettendoti di avere una tassazione mediamente inferiore. Dal punto di vista amministrativo mi sono sentito tutelato e ho sempre trovato disponibilità e sostegno da parte dei vari referenti.
Quali sono le prossime sfide?
Sono convinto che il futuro sostenibile dell’editoria passi attraverso la riconversione accessibile dei progetti editoriali, rendendoli fruibili alle persone con disabilità. Qualche anno fa ho cominciato a seguire vari corsi con Fondazione LIA per l’accessibilità nel campo editoriale (European Accessibility Act), direttiva che entrerà in vigore nel 2025 per garantire l’inclusività ai disabili anche in ambito libri e web. In questo momento stiamo riconvertendo i nostri prodotti per renderli fruibili e accessibili. È una sfida importante perché l’impatto è impegnativo sia in termini economici che come dispendio di ore. Molti programmi, inoltre, hanno una struttura rigida e l’abbattimento delle barriere non è un’azione così immediata. Ci vuole un continuo perfezionamento. L’accessibilità, però, è un obiettivo che considero etico e necessario.